mercoledì 21 agosto 2019

Krav Maga: colpire con il palmo


Imi Lichtenfeld, fondatore del Krav Maga





Anche nel Krav Maga il pugno, per poter essere efficace e non creare danno a chi lo sferra, necessita di una preparazione atletica considerevole nei principi della boxe e deve la sua esplosività a questo e alla forza fisica del praticante.
Senza considerare un fattore come la temperatura ambientale (in inverno sferrare un pugno al volto può essere dannoso anche per chi lo esegue).
Esiste tuttavia, come in ogni tecnica di Krav Maga, una variante del suddetto attacco che è il colpo di palmo.
Esso non richiede un particolare divario di forza fisica tra chi lo sferra e chi lo riceve per poter risultare efficace, inoltre anche in caso di bassa temperatura ambientale o scarsa preparazione atletica il rischio di farsi male nell'eseguirlo è molto basso.
Colpire col palmo della mano l'aggressore al mento provocando shock alla cervicale, al naso rompendo il setto nasale o in qualunque altro punto del volto può metterlo fuori gioco in alcuni casi o creare in altri lo spazio di tempo necessario al fine di sferrare un ulteriore attacco (come un calcio ai genitali).
Far esplodere sul volto di un aggressore uno o più attacchi con il palmo della mano, da qualunque angolazione, è utile anche qualora si voglia mettere distanza tra noi e lui.
Gli attacchi di palmo sono relativamente semplici, efficaci e adatti a chiunque indipendentemente dal sesso, dalla forma fisica e dalla preparazione atletica.
Se a esso vi sono abbinate le dinamiche boxistiche risulta essere un metodo di combattimento particolarmente destabilizzante per un aggressore.
In estremo oriente gli attacchi di palmo vengono anche usati in discipline tradizionali come il Baguazhang (incentrato tecnicamente proprio sull'utilizzo dei palmi delle mani), abbinati a un azione di spinta e a un movimento di gambe che impone di non restare mai immobili nello stesso posto e nel medesimo quadrante, per deviare o allontanare un avversario senza creargli eccessivo danno qualora anziché al volto essi siano indirizzati al tronco, al torace o in qualunque altra area del busto.