mercoledì 31 ottobre 2018

Stile duro e stile morbido






Le arti marziali possono essere differenziate in due grandi scuole: gli stili duri e gli stili morbidi.


STILE DURO

Si fa riferimento con tale nomenclatura a tutte quelle tecniche orientate a rispondere alla forza con la forza ( calci, pugni, gomitate, ginocchiate ecc ), ossia dove l'efficacia dell'azione è dovuta all'impatto violento. Generalmente tale metodo comprende tutte le tecniche di offesa.
In questa scuola rientrano di diritto discipline come la Muay Thai, il Nippon Kenpo, il Karate, le classiche MMA e differenti stili di Kung Fu.


STILE MORBIDO

Judo, Jujitsu, Aikido, sono solo alcuni esempi di discipline che rientrano nella scuola dello stile morbido.
Le tecniche morbide sono caratterizzate da una filosofia atta a neutralizzare la durezza mediante la morbidezza, ovvero sfruttando a proprio favore l'impeto avversario al fine di eseguire tecniche di proiezione al suolo, leve articolari o mandare a vuoto attacchi.
Si sfrutta la forza dell'avversario contro lui stesso, "accompagnando" il suo attacco nella direzione a noi più congeniale.
Questo porta a un notevole risparmio di energie durante un combattimento.


STILE IBRIDO

Vi sono infine discipline le quali annoverano tra le proprie azioni tecniche appartenenti a entrambe le scuole.
Un esempio di stili ibridi possono essere la Panantukan filippina o il Silat indonesiano.
Immaginate di ricevere un attacco frontale ma di non trovarvi nella condizione adatta a un contrattacco efficace. Ricorrendo alla morbidezza potete vanificare l'assalto ricevuto e spostarvi di angolazione, per poi passare a tecniche dure una volta che siate in una posizione favorevole.
Oppure fare uso della morbidezza per eseguire una proiezione a terra, e "finire" il vostro avversario con un colpo in durezza.