martedì 9 luglio 2019

Difesa personale: la situazione estrema

( considerazioni personali )




"Se qualcuno viene da voi per uccidervi, uccidetelo per primi."


Spesso nei miei articoli parlo della VOSTRA incolumità e non di quella dell'aggressore.
Ho visto alcuni video in rete, riprese di telecamere di sorveglianza, di reali aggressioni da coltello. Lasciate subito che vi dica che le dinamiche di un attacco da coltello non sono lineari come molti istruttori di difesa personale vogliono farvi credere. Se vi ritrovate ad affrontare un avversario armato di coltello vi taglierete SEMPRE. La difesa da coltello non esiste, esiste piuttosto la sopravvivenza da coltello.

Spesso chi è armato di coltello e parte all'attacco è una belva fuori di senno, che NON riuscirete a controllare semplicemente portandogli in leva un braccio come molti sedicenti istruttori mostrano in rete. Egli si dimena e affonda la lama nella vostra testa, nella gola, dietro al collo, nello stomaco e ovunque riesca ad arrivare. Una, due, dieci, cento volte.
NON credete alle tecniche che mostrano un aggressore immobile alla prima parata che riuscite a mettere a segno.

Inoltre se vi ritrovate a dover lottare per la vostra vita contro una bestia simile, dovete anche essere disposti a togliere la vita.
Non vi sto dicendo che dovete risolvere ogni disputa o attacco con un omicidio, sto dicendo che in alcune, per fortuna rare, circostanze non si ha altra scelta.
La scelta è tra voi o lui, in un contesto simile.
Sento istruttori affermare che "non bisogna fare troppo male all'aggressore", PURA FOLLIA. Dal momento che uno vi carica come una furia armato di coltello, è disposto a uccidervi. Davvero devo stare attento a non farè troppo male a quel maledetto che non mi farà più riabbracciare mia moglie o mia figlia? Un aggressore che mi attacca in quel modo certamente non ha premure verso di me, davvero devo averle io verso di lui, soltanto per mantenere pulito un pezzo di carta chiamato fedina penale? Perché la fedina resterà anche bianca, ma il necrologio viene invece riempito col mio nome.
Sempre VALUTARE la situazione, e scegliere la risposta adatta, ma provare pietà per un aggressore che vi carica in quel modo, pietà che lui NON intende avere verso di voi, vi costerà soltanto la vita.
Invito tutti a cercare in rete video di reali attacchi da coltello per avere chiaro di cosa io stia parlando.

In alcuni casi l'approccio anticipatorio del Krav Maga, sempre valutando contesto e avversario, potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Immaginate di essere riusciti ad atterrare una potenziale minaccia PRIMA che egli abbia estratto un arma dalla tasca.
A meno che non si tratti di rapina o tentativo di omicidio premeditato ai vostri danni, i video su menzionati delle telecamere di sorveglianza ( l'ultimo dei quali proviene dal Venezuela in cui l'aggressore estrae un coltello proprio a causa del fatto che la vittima tentava di difendersi avendo premura di non fare "troppo male" al suo carnefice ), mostrano che alcune volte l'arma viene estratta solo in seguito al degenerare di una situazione.
Non sto dicendo che il ragazzo del video in questione avrebbe dovuto preventivamente uccidere il suo aggressore, sto dicendo che forse un paio di colpi sferrati con più cattiveria all'inizio forse gli sarebbero costati un processo, ma non la vita.
È meglio un brutto processo che un bel funerale.



PRECISAZIONE FINALE


Tengo a sottolineare come tutte le situazioni sopra descritte fanno riferimento a contesti estremi in cui siamo già stati attaccati da un malvivente armato o intuiamo che l'individuo che abbiamo davanti potrebbe compiere determinate azioni, vuoi perché trattasi dello spacciatore di quartiere, o per la sua fama o ancora per il suo atteggiamento.
Il fine è sempre il medesimo, crearsi la via di fuga senza fare gli eroi. Qualora l'aggressione avvenisse mentre siamo in compagnia della nostra famiglia, e magari gli aggressori sono più d'uno, la situazione sarà chiaramente diversa e volta a mettere in salvo i nostri cari a qualunque costo.
Occorre un estrema e affinata capacità di valutazione della minaccia, il padroneggiare una tecnica come il Krav Maga non ci autorizza a sfruttarlo per situazioni risolvibili in altro modo, verbalmente o mediante tecniche meno aggressive quali bloccaggi, immobilizzazioni o nei casi più aggressivi di attacco a mani nude da parte di un individuo che non riteniamo possa essere capace di commettere un omicidio, colpi meno invasivi ( il classico colpo ai genitali seguito da un bloccaggio a terra ne è un esempio ormai collaudato nel Krav Maga ).

Per tutte queste ragioni ritengo che l'addestramento nel Krav Maga debba essere PRIMA di natura psicologica e soltanto dopo passare alla parte tecnica.
Insegnare una manciata di tecniche a persone che una volta ritrovatesi nel contesto reale non riescono a valutare l'entità di una minaccia e relativa risposta IN MEZZO SECONDO, o che si lasciano sopraffare dall'emotività, equivale ad aver venduto soltanto illusioni e aver formato individui potenzialmente pericolosi.

Concludo dicendo che, qualora abbiate la fortuna ( perché di questa si tratta ) di uscire vivi da un aggressione con arma da taglio, non credete di essere dei super uomini o donne. Io stesso sono scampato a un aggressione con accetta, ma soltanto grazie alle circostanze che mi hanno consentito una difesa efficace, prima tra tutte il fatto che il mio aggressore ( che era mio padre ) era in preda ai fumi dell'alcol e a stento poteva reggersi in piedi.
Se dovessi ritrovarmi ora in un contesto simile, al 99% le cose andrebbero certamente peggio per me.
Ogni aggressione ha dinamiche differenti da un altra, e non esiste una tecnica universale adatta a ogni situazione di questo tipo, se non la rabbia e un desiderio immane di sopravvivere.